Alla speranza mia, al fin degli affanni. O riposto mio bene; e quel, che segue; Or pace, or guerra, or tregue,
Mai non m'abbandonate in questi panni . De' passati miei danni piango, e rido;
Perchè molto mi fido in quel, ch'i' odo. Del presente mi godo, e meglio aspetto; E vo contando gli anni; e taccio, e grido; E 'n bel ramo m'annido, ed in tal modo, Ch'i' ne ringrazio e lodo il gran disdetto Che l'indurato affetto al fine ha vinto, E nell'alma dipinto: I' sare' udito,
E mostratone a dito; ed hanne estinto. Tanto innanzi son pinto,
Ch'i' 'l pur dirò: Non fostu tanto ardito. Chi m'ha 'l fianco ferito, e chi 'l risalda, Per cui nel cor via più, che 'n carte scrivo; Chi mi fa morto e vivo;
Chi 'n un punto m'agghiaccia, e mi riscalda.
Allegoricamente descrive le circostanze del suo dolce innamoramento.
ova angeletta sovra l'ale accorta Scese dal Cielo in sulla fresca riva, Là 'nd' io passa va va sol per mio destino: Poi chè senza compagna, e senza scorta Mi vide; un laccio, che di seta ordiva, Tese fra l'erba, oud'è verde 'l cammino: Allor fui preso, e non mi spiacque poi; Si dolce lume uscia degli occhi suoi.
Ama, teme, e vorrebbe fuggire dagli occhi di Laura,
Non veggio, ove scampar
mi possa omai; Si lunga guerra i begli occhi mi fanno, Ch'io temo, lasso, no 'l soverchio affanno Distrugga 'l cor, che triegua non ha mai .
Fuggir vorrei ; ma gli amorosi rai, Che dì e notte nella mente stanno, Risplendon sì, ch' al quintodecim' anno M'abbaglian più, che 'l primo giorno assai:
E l'immagini lor son sì cosparte,
Che volver non mi posso, ov' io non veggia, O quella, o simil indi accesa luce.
Solo d'un lauro tal selva verdeggia; Che 'l mio avversario con mirabil arte Vago fra i rami, ovunque vuol, m'adduce.
Volgesi lieto a salutar quel terreno, dove Laura cortese lo salutò.
Avventuroso più d'altro terreno,
Ov' Amor vidi già fermar le piante, Ver me volgendo quelle luci sante, Che fanno intorno a se l'aere sereno:
Prima poria per tempo venir meno Un'immagine salda di diamante; Che l'atto dolce non mi stia davante, Del qual ho la memoria, e 'l cor sì pieno:
Nè tante volte ti vedrò giammai,
Ch'i' non m'inchini a ricercar dell' orme, Che 'l bel piè fece in quel cortese giro.
Ma se'n cor valoroso Amor non dorme; Prega Sennuccio mio, quando 'l vedrai, Di qualche lagrimetta, o d'un sospiro.
Se amor lo turba, si rasserena pensando agli occhi, e alle parole di Laura .
Lasso, quante fiate Amor m’assale,
Che fra la notte e 'l dì son piú di mille, Torno dov' arder vidi le faville,
Che 'l foco del mio cor fanno immortale.
Ivi m'acqueto e son condotto a tale,
Ch' a nona, a vespro, all'alba, ed alle squille Le trovo nel pensier tanto tranquille, Che di null' altro mi rimembra, o cale.
L'aura soave, che dal chiaro viso
Move col suon delle parole accorte, Per far dolce sereno ovunque spira;
Quasi un spirto gentil di paradiso,
Sempre in quell'aere par, che mi conforte; Sì che 'l cor lasso altrove non respira.
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