L'Orlando furioso de Messer Lodovico Ariosto, Том 2Vitarelli, 1811 |
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Сторінка 226 - 1 dubbio di morir ne le tue tane, Svizzer, di fame, in Lombardia ti guida, E tra noi cerchi o chi ti dia del pane, O, per uscir...
Сторінка 124 - Sotto la negra selva una capace e spaziosa grotta entra nel sasso, di cui la fronte l'edera seguace tutta aggirando va con storto passo. In questo albergo il grave Sonno giace; l'Ozio da un canto corpulento e grasso. da l'altro la Pigrizia in terra siede, che non può andare, e mal reggersi in piede.
Сторінка 23 - Era il bel viso suo, quale esser suole da primavera alcuna volta il cielo, quando la pioggia cade, ea un tempo il sole si sgombra intorno il nubiloso velo. E come il rosignuol dolci carole mena nei rami alor del verde stelo, cosi alle belle lagrime le piume si bagna Amore, e gode al chiaro lume. 66 E ne la face de...
Сторінка 166 - E tenendo quel capo per lo naso, dietro e dinanzi lo dischioma tutto. Trovò fra gli altri quel fatale a caso: si fece il viso allor pallido e brutto, travolse gli occhi, e dimostrò all'occaso, per manifesti segni, esser condutto; e '1 busto che seguia troncato al collo, di sella cadde, e die l'ultimo crollo.
Сторінка 302 - Che videro da lunge i dui compagni. Ciascuno a quella parte si traea, Sperandovi trovar prede e guadagni. "Frate, bisogna," Cloridan dicea, "Gittar la soma, e dare opra ai calcagni; Che sarebbe pensier non troppo accorto, Perder duo vivi per salvare un morto.
Сторінка 122 - Un umil volger d' occhi , un andar grave, Un parlar sì benigno e sì modesto, Che parea Gabriel che dicesse : ave. Era brutta e deforme in tutto il resto : Ma nascoitdea queste fattezze prave Con lungo abito e largo; e sotto quello, Attossicato avea sempre il coltello. LXXXVIII. Domanda a costei l' angelo, che VÌA Debba tener sì che 'l Silenzio trove.
Сторінка 121 - Di citatorie piene e di libelli, d'essamine e di carte di procure avea le mani e il seno, e gran fastelli di chiose, di consigli e di letture; per cui le facultà de' poverelli non sono mai ne le città sicure.
Сторінка 23 - Le bellezze d'Olimpia eran di quelle che son più rare: e non la fronte sola, gli occhi e le guancie e le chiome avea belle, la bocca, il naso, gli omeri e la gola; ma discendendo giù da le mammelle, le parti che solea coprir la stola, fur di tanta escellenzia, ch'anteporse a quante n'avea il mondo potean forse.
Сторінка 124 - Arabia una valletta amena, lontana da cittadi e da villaggi, ch'all'ombra di duo monti è tutta piena d'antiqui abeti e di robusti faggi. Il sole indarno il chiaro dì vi mena; che non vi può mai penetrar coi raggi, sì gli è la via da folti rami tronca: e quivi entra sotterra una spelonca.
Сторінка 76 - ... palmi, e spaziosa in quadro, che sopra un mal pulito e grosso piede, cape con tutta la famiglia il ladro. Con quell'agevolezza che si vede gittar la canna lo Spagnuol leggiadro, Orlando il grave desco da sé scaglia dove ristretta insieme è la canaglia. 38. A chi '1 petto, a chi '1 ventre, a chi la testa, a chi rompe le gambe, a chi le braccia; di ch'altri muore, altri storpiato resta: chi meno è offeso, di fuggir procaccia.