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alveus, alveolus; ARCA GRANARIA per cassa dove si allogavano le granaglie, come l'arca vestiaria dove le vesti, in Catone; ASPRIO, asprione, specie di moneta quasi asper nummus, ed aspero in Seneca nel sesto caso; BANDILVS BRACILE lo stesso che Brachiale braccialetto, maniglia, BVTTA, BVTIS. BVTTIS, BVTTICELLA βετεις, βεττεις η Botte di che il Cujacio e l' Enschenio; CACCAVELLVS, diminutivo di cacabus, pignatta, pajuolo; come cacabulus pignattina; e da cucuma in Petronio cucumula, cucumella e COCVMELLA; CAPRICIVM; CVPPVS cuppa, cupa, che a capiendo, idest accipiendo, aquas vel vinum vocatas volunt, al favellar d' Isidoro; CVTIS OLEARIA diversa delle cotes oleariae di Plinio con che si affilavano i rasoi; PLICTON; RAGELLA, diminutivo di raga, sorte di vesti o brache barbare che proibi Onorio ai Romani; RAPO; RVNCILIO forse da runco,

ron

cone; RUTARIVM specie di rastro; SACMA; SARICA specie di tunica, di che più cose il Salmasio ; SCAMNILE ACVPICTVM copertura di scanno a ricamo; SOCA TORTILIS soga, correggia; TINA nel senso di tino, tinaccio e tinozza; TRAMOSIRICA e TRAMOSERICA aggiuntivo di veste intessuta di seta, e più altre siffatte conservateci da una carta di sicurtà dell' anno 564 stampata già dal Brissonio, Naudeo, Mabillone, Corrado, Terassone, Zanetti, e ultimamente nella grand' opera de' Papiri. Vero è che si trovano nel Du Cange, ma vero è pure che tutto barbaro non è il Glossario, e che se al Marini si dà il peso che merita, , pare che di alcuna si potea far ragione, sì perchè la conferma l' analogia, sì perchè il valent' uomo per certissimo giudicò che quasi tutte siano antichissime e di origine latina o greca, ma rimase in bocca del popolo sempre, massime

per essere di masserizie ed arnesi domestici; e se pure le adoperò qualche buon autore, le opere in cui erano non ci son pervenute.

In AEQVIMELIVM, che il luogo esprime dov'era un tempo la casa di Melio ammazzato dal popolo romano per affettata tirannide, si aggiungono le diverse spiegazioni, l' una di Tullio e Valerio Massimo, l'altra di Varrone e Vittore. Per suggello piacerà forse anche un luogo di Dionigi Alicarnasseo, tutto in favor di Varrone secondo la versione del Mai. Eam aream AEQVIMAELIVM Romani vocant. AEQVVM enim dicitur, quod nullam habet extantiam. Locum igitur apellatum antea MAELIVM, deinde corruptis invicem dum in unum vocabulum coeunt nominibus AEQVIMAELIVM vocitaverunt. In AERARIVM si corregge il Maffei che negò essersi mai così chiamata la cassa pontificale e rigettò come spuria la lapide padovana di Tito Mustio, non solo per i molti suoi nomi e per lo spiaciutogli ALLECTVS, ma più di tutto per lo negato ufficio di cvRator AERarj PONTIFICUM. Gli esempli a difesa nell' Appendice parlan dell'Arca, de' Prefetti e de' Quatuorviri ab aerario Pontificum, e chiariscon la cosa. Ne darem però un altro d'indubbia fede, il qual conferma anche la carica, e che può dirsi copiato ora la prima volta con esattezza in questa città.

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Nel resto s'abbia pure certissima la bella epigrafe padovana; da che l'allectus fu giustificato abbastanza dal Forcellini, e la polionimia si è mostrata già in uso innanzi al tempo di Nerva, nella Lettera sulla Colonna letterata di Maguzzano con varj esempli, a' quali non dispiacerà che si unisca il seguente, benchè posteriore di età, copiato però anch'esso dal sasso a nostra istanza in Gemona dal sig. Paris geometra censuario.

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SALIO. PALATINO

III. VIRO. MONETali

Auro. Argento Aere. Flando. Feriundo

SEVIRO. EQVITUM ROMANOrum

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In ARCESSITVS potrebbesi aggiugnere la frase bellissima che è nel Fabretti, dove un fanciullo morto di quattro anni si dice ACCERSITVS AB ANGELIS, piaciuta tanto al Morcelli, che la propose nel suo libro Electorum. Servirebbe anche a mostrare la diversa ortografia; su cui più cose giudiziosissime il Forcellini in ARCESSO.

(Sarà continuato J.

Intorno la morte di Pandolfo Collenuccio. Nota del conte Giulio PERTICARI di Pesaro,

A

La memoria degli infortunii de'sapienti parmi si debba raccomandare a' posteri, come quella degli onori e de' premii che riportarono per la loro virtù e specialmente dove per la santa loro vita meritavano tutt' altra fine da quella che per l'ira della fortuna incontrarono: onde, perdutasi coll' andare de' tempi ogni ricordanza della loro innocenza, non sieno i buoni confusi co' tristi, nè i giusti principi cogl' iniqui. Pe' quali errori la storia farebbesi strumento d' ogni malizia: e scaldando gli animi al delitto e facendoli freddi alle opere d'onore, non più sarebbe maestra della vita, ma consigliatrice d'ogni scelleratezza. Veggendo io adunque una grandissima discordanza di opinioni intorno la morte di Pandolfo Collenuccio; ed essendomi venuti a mano alcuni documenti singolari ed autentici, onde chiarire l' istoria del suo supplicio, ho fermato di farne memoria : affinchè o distrutte dalla eta, o disperse dagli uomini quelle carte, che ne danno fede, non rimangasi incerto il caso miserabile di sì gran letterato, nè sia un tempo creduta giustizia di re quella che fu vendetta vilissima di ti

ranno.

Del Collenuccio lasciarono scritto ampie lodi il Ficino, il Giraldo, il Comneno, il Diplovataccio, il Moreri, il Valeriano, il Fabbricio,

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il Vossio, il Tiraboschi, ed altri assai (a). Ma niuno forse ce ne lasciò testimonio più magnifico di quello d' Angelo Poliziano, il quale essendo' sempre parco alla lode, fece lodatissimi que' pochi a' quali non la niegò. Ne scrive egli dunque nel settimo delle epistole, meravigliarsi come il Collenuccio, uomo solo uomo solo, potesse a tante e sì diverse cose satisfare; lui condurre i negozi de' principi con sottili provvedimenti: lui scrivere prose e versi di sì perfetta eleganza da non andar secondo ad alcuno: lui rispondere a' litiganti, come fosse il più solenne fra' periti della ragione civile lui trattare le più recondite discipline, ed in quelle ogni di alcuna cosa trovare ignorata da coloro medesimi che le professavano : lui finalmente dividere le sue cure sovra tanti subbietti, e così felicemente dividerle come se tutte restringessele ad uno solo (b). Nè certo le laudi del Poliziano sembreranno smisurate a chi ponga mente come questo franco spirito, quasi sdegnando di andar per le vie calcate da' contemporanei, cercò di aprire nuovi aditi, e rinviare gl' Italiani sovra l'orme de' Latini, e de' Greci, così miseramente da tanti secoli abbandonate. Perchè fu egli il primo che in Europa fondasse un museo di cose naturali: (c) il primo a cercare le me

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(a) Fic. ep. lib. 10. Comn. Hist. Gimn. Diplov. ep. episc. Paphi. inf. litt. lib. 2. p. 79. Voss. de hist.

p. 399.

Giral. de Poet. hist. Dial. 1. Patav. T. II. p. 3o. n. 52.

Moreri dict.- Valerian. de Fabr. Bibl. m. et inf. lat. T.I. lat. lib. 3. p. 673.

T. 6. p. 364. T. 9. p. 295. 297. ed. Fior. (b) Pol. ep. 32. lib. VII.

Tirab.

(c) Vid. Def. Plin. per Pand. Coll. cap. de Leuco

graphide.

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