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ed il carbonato alcalinulo di potassa assai diluto. Se le materie si fanno bollire più lungo tempo, prendono un giallo di arancio più forte, quanto più è carico il bagno e quanto più si protrae la bollitura; ma gli acidi e gli acali producono sempre lo stesso effetto.

Una libbra di ramno alaterno e due oncie d'allume formano un bagno atto a colorire le materie in giallo-rossastro; l' arseniato acidulo di potasse avviva questo colore e lo rende inalterabile agli acidi, fuorchè al muriatico ossigenato ben concentrato. Se la seta si imbeve di nitro-muriato d'oro e di muriato di ferro, si ottengono gradazioni di bellissimo scuro, che sembra dorato ne' punti più esposti alla luce; col nitrato di antimonio sovrapposto ad altri mordenti si fissa un bel colore rena d'oro. Se la seta si imbeve con una soluzione di acetato di rame, preude nel bagno un colore di rame metallico lucidissimo.

Il giallo prodotto dall' alaterno può servire di piede al verde nella seta e nella lana, e le materie medesime tinte in giallo col mordente di stagno prendono un bel colore scarlatto al bagno di cocciniglia. Il sig. Ridolfi ha anche ottenuto coll' alaterno delle lacche, tingendo l'allumina e precipitandola coll' alkali. Dalla scorza col precipitante della potassa ha ottenuta una lacca rossa color d' ocra di ferro, che riesce assai più chiaro, quando si adopera il legno. Le foglie ed i rami giovani danno col precipitante dell' ammoniaca un giallo simile al giallo santo, e tutte queste lacche usate ad olio riescono secondo il solito trasparenti.

Le foglie ancora dell' alaterno contengono

non poco concino, ed il legno può servire utilmente pei lavori più eleganti, tanto col suo color naturale, quanto ridotto al color di mahogani colla calce e gli alcali, come si fa col ciliegio comune.

Sotto il titolo di annunzio di opere si accenna l'esposizione istorica di un tumore uterino fatta dal dottor Pacini e stampata in Lucca nella tipografia Bertini nel 1816. Trattasi di un sarcoma sviluppatosi nell' utero di una donna di circa 37 anni, che cadde dopo 9 giorni di allacciatura, e trovossi del peso di circa 7 oncie 2 essendo rimasta la donna dopo 3 mesi perfettamente guarita,

Al Sig. G. ACERBI

Direttore della Biblioteca Italiana.

SE le povere mie Haydine, nel correre il mondo, avessero qua e là buscato qualche calcio, ricevuto qualche sberleffe, o altra qualsiasi villania sofferto, no certamente, che a nessun Francese, per avidi che siano di merci italiane, caduto sarebbe nell' animo di farle sue; ma la fortuna arrise per tal modo a queste ingenue zitelle che ben presto trovossi il rapitore. Nè io intendo di tacciare con ciò quelle discrete persone che, col nominarle, trassero onestamente da esse di che impinguare i loro scritti, mentre anzichè un furto fu questo un onore che si fece a tutta la nostra famiglia, e ne ringrazio per ciò singolarmente l'Autore Palermitano del Dizionario di Musica testè pubblicato. Ma di colui parlo e mi lagno che tutta presasi la mia figliuolauza, e travestitala alla francese, e guastala in più luoghi, la partorì per la seconda volta, e la diede per sua, con attirare a me, padre legittimo e naturale, la taccia di plagiario, che vale ladro in lingua dotta. D'azione così nera, di ratto così impudente, e non disgiunto da stupro villano, fu solo capace il sig. Luigi Alessandro Cesare Bombert, francese di nascita, algerino di costume. Io scrissi a codesto sig. Alessandro Cesare due lettere per rivendicare il mio libro, e molti Giornali le riprodus

sero, altri ne fecero estratti. Fatto è che la nostra lite fu portata al Tribunale del Pubblico, e pronta ed uniforme ne fu da per tutto la sentenza in mio favore. Lo stesso Giornale francese, le Constitutionel, terminò un suo lepido articolo colla seguente severa decisione. « Après << une lecture attentive des raisons alléguées par « M. Carpani, nous n'hésitons pas à reconnaître << sa paternité, et nous croyons servir utilement << M. Louis Alexandre César Bombet, en lui con<< seillant de restituer amicalement à M. Carpani << son livre, sa conversation, et sa fiévre » ( il Constitutionel del 13 dicembre 1815 ). Otto mesi passarono senza che il ladro scoperto e deriso desse segni di vita. Io lo credei morto pentito; ma no. Egli vive, e ciò che più fa meraviglia, insorge ora pubblicamente, ed accusa me di furto. Il succitato Constitutionel me ne dà la notizia col seguente articolo nel n.o 147 corrente anno. Ecco le sue parole. « Les lettres « sur Hayden, que tous les amateurs de la

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musique ont lues et goutées, furent, il y a << 6 mois, l'obiet d'une reclamation assez plai<< sante de la part de M. Carpani de Milan; il << pretend que M. César Bombet n'en est point « l'auteur, mais les simple traductur. M. Bom<< bet nous écrit à son tour pour reclamer, et « renvoyer à son adversaire l'accusation de plagiat. << Nous sommes fort embaressés dans cette grave << contestation; les piéces probantes manquent ab<< solument du reste, l'ouvrage méritait d'être « traduit en français, s'il est italien; en italien, << s'il est français. Le livre de M. Bombet, origi«nal, ou copie, se vend à Paris, chez M. P. Didot, << rue du Pont de Lodi ». Perdono ad un Gior

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nalista francese il contraddirsi, il dimenticare la sua propria decisione e il non veder più le pièces probantes ch'ebbe sottocchi quando portò la prima sentenza. Potrei qui prendere due palombi ad una ragna, ma uno mi basta, e perciò al solo insolente Bombet non perdono di passare dal furto alla calunnia, dal passivo all' attivo. Malgrado la forza dell'abissus abissum invocat, questo è troppo. Simile costui all'Antéo della favola, toccata terra, si rialza, e e minaccia. Ritornerò Ercole e sarà finita una volta con costui. Eccomi colla clava alla mano. Il vostro coltissimo Giornale, o Signore, che il nome italiano difende ed accresce egualmente, mi sia campo di battaglia. Inserite di grazia nel primo de' vostri numeri questo esor

cismo.

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« O tu, ch' io non conosco che di nome e per lo tuo delitto, qualunque tu siasi, spirito mariuolo e mendace, che vivere pretendi dell' altrui fatiche e farti celebre coll' altrui depressione, io ti scongiuro e sfido a dare al pubblico una sola prova di quanto asserisci, quando gridi che le Haydine sono state da te, e non da me, composte in Vienna. E se non vuoi, perchè nol puoi, addurre prove tue proprie in sostegno della tua temeraria asserzione bugiarda, io ti sfido e scongiuro a distruggere una almeno delle tante e lucidissime prove da me date nelle due mie lettere a te dirette ( e che giacciono ancora senza risposta) del tuo solenne, innegabile e vergognoso

furto ».

<< Io ti scongiuro e sfido a provare che i tre celebri maestri di cappella Salieri, Weigl e

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